06 - Dorare by tuchesei
voce e chitarra: Martina Campi
piano e organo: Mario Sboarina
tromba: Thierry Tsafack
arrangiamenti: Mario Sboarina
parole accordate di Tu che sei
(una poesia di Martina Campi, una musica di Mario Sboarina)
dal progetto: Mani e qualcos'altro
(http://maniequalcosaltro.blogspot.com/)
e le parole:
Dorare
V. (Antichità)
arrangiamenti: Mario Sboarina
parole accordate di Tu che sei
(una poesia di Martina Campi, una musica di Mario Sboarina)
dal progetto: Mani e qualcos'altro
(http://maniequalcosaltro.blogspot.com/)
Il brano Dorare di Tu che sei (Martina Campi e Mario Sboarina) è protetto da una licenza
e le parole:
Dorare
I (da: Notturna, per la mattina dopo)
a dividere il divano,
a guardare il sonno
Dicono gl'interni del
trascorrere del tempo
tutte quelle ore
tutto quel dorare*
e le lampade alogene
dei salotti
Sottosopra per un desiderio
o più
un soffietto sottile, un occhiolino,
sottobicchiere.
Le lampade alogene
dei salotti
ronzano all'unisono.
a guardare il sonno
Dicono gl'interni del
trascorrere del tempo
tutte quelle ore
tutto quel dorare*
e le lampade alogene
dei salotti
Sottosopra per un desiderio
o più
un soffietto sottile, un occhiolino,
sottobicchiere.
Le lampade alogene
dei salotti
ronzano all'unisono.
II. (Tutto per la stanza)
Le cose, che si muovono
e cambiano, allo sguardo
(che neanche loro ne sanno dire)
Ma come posso, io, ignorare il movimento
O tanta tenerezza
e quello che raccolgono i ricordi:
tutto sparso per la stanza
proprio così, come l’ho lasciato.
Le cose, che in molti modi si lasciano toccare.
III. (Aria)
Come certi tuffi siano sordi
e come certe giornate non finiscono mai
nel silenzio tutto s’allarga
nel silenzio
la notte respinge
Nelle stanze curiamo
bicchieri vuoti
sui tavolini
le luci dello standby.
IV. (Mie)
nell'aria ferma immagine di chiesa rarefatta,
oltre la piazza e gli oleandri in fiore
disturbi e silenzi s'accoltellano in fitte d'occhi,
nebolose e rosse ferme sottili
le carezze accaldano carenze vocianti
ore notturne digiune cave
V. (Antichità)
ricami soffici adagiando antichità e mobili
pregiati a notte
occultano usure e cavità dannose
altre voci e facce più o meno conosciute si radunano in cerchi d'imbarazzi e crudité,
leggerezze scomposte goffaggini comicità e disimpegni generici poi ripresi, da memorie molto più educate di noi alla rifrazione
le mattonelle del pavimento sono opache e ruvide, senza luce senza lucentezza e in scomoda discesa, a risalire
fuori le auto coi vecchi stanno ad aspettare, sotto il sole delle vie sconosciute, disciolte e deserte
*
Questi due versi mi sono arrivati da g a m
La poesia Dorare di Martina Campi è protetta da una licenza
sei forte anche con la chitarra!! dunque basso, chitarra e il tembile compat-kombat con la penna legata con la catenella, direi che ci siamo, ormai sei una Cacciatrice Indipendente!!
RispondiEliminaah una cosa! chi è gam?
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